IL PROGETTO
Ultimo aggiornamento: settembre 2025
“Perché non si vadino cercando altrove quel che si può sapere, in un solo luogo” (Ms. XIII, B.3, Biblioteca Nazionale di Napoli): così scriveva intorno al 1560 Pirro Ligorio, artista, architetto, archeologo e antiquario napoletano, già impegnato nella realizzazione di un vasto progetto enciclopedico sull’antichità. L’opera, che conta oltre cinquanta manoscritti, mirava a raccogliere e sistematizzare ogni aspetto della cultura classica, dall’arte all’architettura, dalla vita quotidiana alla religione, fino agli usi e costumi degli antichi.
Un primo tentativo di stesura, incentrato prevalentemente sulle antichità di Roma, è documentato nei sei libri contenuti nel codice conservato nella Bodleian Library di Oxford e in alcuni volumi oggi alla Bibliotèque Nationale di Parigi. È a partire dalla seconda stesura, ordinata per argomento, i Libri delle antichità, che Ligorio svela il suo più ampio programma di un’enciclopedia dell’antichità, oggi conservata tra la Biblioteca Nazionale di Napoli e l’Archivio di Stato di Torino. Un’altra versione, invece, concepita come enciclopedia alfabetica, è conservata anch’essa presso l’Archivio di Stato di Torino.
A quest’ultima opera si collega il progetto LiDi 1.0, che ha l’obiettivo di diffondere e far conoscere i testi ligoriani sul web tramite la creazione di una piattaforma liberamente fruibile che permetta di associare le scansioni dei i codici ligoriani torinesi con le loro trascrizioni, creando così un’edizione scientifica digitale che possa offrire molteplici possibilità di lettura e di contestualizzazione, in continuazione con l’imponente lavoro editoriale che all’erudito ha dedicato la Commissione per l’Edizione Nazionale delle Opere di Pirro Ligorio, istituita nel 1989.
In particolare, LiDi 1.0 si configura come un progetto pilota, volto a sperimentare e definire lo schema concettuale della piattaforma, esplorando soluzioni metodologie relative a tutte le fasi progettuali: dall’analisi dei requisiti alla trascrizione e codifica dei testi, dalla creazione dei collegamenti fino alla visualizzazione e disseminazione dei dati.
Per un’iniziativa che prevede la messa a disposizione di contenuti afferenti a numerose discipline — dall’epigrafia alla numismatica, dall’architettura alla storia dell’arte, dalla topografia alla storia — risulta indispensabile adottare standard internazionali, capaci di garantire la conservazione a lungo termine dei dati, l’interoperabilità con altre banche dati e un trattamento flessibile ed efficace dei contenuti.
Il progetto si articola in tre fasi:
I. Trascrizione di una selezione di pagine tramite la sperimentazione della tecnologia di riconoscimento automatico della scrittura (Handwritten Text Recognition – HTR). In particolare, in collaborazione con la Bibliotheca Hertziana – Max Planck Institute for Art History di Roma, viene testata la piattaforma Transkribus, che permette l’allenamento di modelli di riconoscimento, la trascrizione automatica e la marcatura testuale e strutturale. I risultati sono poi sottoposti a controllo e adeguati ai criteri di trascrizione definiti per il progetto.
II. Analisi e trattamento dei dati, fase più articolata e delicata, che prevede l’identificazione dei fenomeni testuali da marcare e il complesso processo di codifica in XML-TEI P5. L’analisi interdisciplinare della struttura, del lessico, dei contenuti e delle parti illustrative dei manoscritti permette di costruire la griglia concettuale di lettura dell’opera. La marcatura TEI consente di rappresentare i fenomeni linguistici e semantici, di trattare le parti iconiche, di rilevare la struttura e le relazioni tra testi e immagini, e di attivare collegamenti interni ed esterni all’enciclopedia. Sono inoltre oggetto di studio soluzioni basate su linked data, in grado di integrare la piattaforma con reti di conoscenza già disponibili sul web.
III. Implementazione del front-end, che prevede la progettazione e realizzazione di un prototipo di edizione digitale corredato di strumenti di ricerca e indagine, funzionali a testare il modello concettuale adottato per la disseminazione dei contenuti.

